Adesso.
Dapprima il silenzio e il buio, poi i primi suoni e altre piccole sensazioni: qualcosa di indistinto, scatti, frammenti di sibili e ronzii, lampi colorati e luminosi.Non sa quanto tempo è passato, né ricorda dove si trova: è una dimensione nuova e alterata.
Tuttointorno è indistinto e ovattato,piccoli segmenti di suoni e parole, flash offuscati da una nebbia che avvolge tutto. La vita comincia con un pulsare lento e vischioso, poi si fa fluidadentro di lui: suoni e luci, infine colori e frammenti di armonie, i contorni si delineano e le forme si riempiono.
La sensazione, prima indefinita, è ora esaltante: i sensi si riaccendono, arrivano i colori e tutto diventa nitido, abbagliante. I pensieri scorrono veloci, fiume in piena dopo la siccità: insieme a questi ancora qualcosa di diverso. Capisce di cosa si tratta con i primi ricordi, sommersi da un oceano di immagini e frammenti di vita vissuta e presente.
- È straordinario, sono ancora in corsa: sono vivo. Vedo e sento perfettamente, meglio di prima: ogni cosa è più chiara e ricordo tutto! Ce l'ho fatta, il sogno e il progetto si sono uniti: ho vinto. Si tratta di una rinascita: il mondo è cambiato, ma non abbastanza per me.
È solo, lo sa, ma si sente forte e lucido come mai in vita sua. Il male è sconfitto: l’uomo è andato oltre il confine ed è tornato. Quello che ha sempre fatto: lottare, con tutti i mezzi, contro ogni avversario, per avere la meglio.
- L’uomo ha superato l’orizzonte: meglio di Ulisse con le colonne d’Ercole, di Colombo con l’America e di Armstrong con la luna.
Anni prima.
La camera dell'ospedale è fredda: il sole di agosto scalda la pelle dei visitatori e brucia l’erba dei giardini, ma non scaccia il gelo senza brividi che circonda il ragazzo. Lo avvolge, pesa sulle spalle e sugli occhi fissi verso lei che sembra riposare sul letto bianco; il viso di colore lunare sporge sul lenzuolo appena sollevato dal resto del corpo. Nel braccio scarno che lui stringe con rispetto piccole macchie bluastre ricordano gli aghi entrati per tentare un rimedio.
Il giovaneuomo seduto sulla sedia è cresciuto troppo in fretta, lontano daamici e svaghi; ilpadre accanto a lui non colma il vuoto della stanza e della sua anima.
Oltre al caldo rimane fuori della camera tutto il resto: la strada, con Luigi e la sua banda, il pestaggio alla festa, Earth Storm, il web sommerso e la matrice, lo studio e la laurea, l’unica altra donna della sua vita.
Silenzio, odori e ciò che vede hanno l'odore e il sapore dell’addio; la madre ha sofferto per mesi e lui è vissuto nel buio.
- Fa freddo in questa squallida camera bianca di un buco di ospedale. Fosse un quadro si intitolerebbe “Morte in periferia”: degna conclusione di una vita ai margini dell’esistenza.
- Tommaso non mi pare il momento…
- Taci, per favore. Adesso porterò avanti le cose: questa sarà la mia via per sopravvivere.
Nel mezzo e in seguito
1) Uomini
La parete di vetro dell'ampio studio, rivolta a sud, filtra la vista sulle quinte di palazzi colorati: un corpo sinuoso che scende fino al blu. Genova si specchia nel mare come una donna sexy sdraiata sulla riva, gli aromi primaverili sono l’essenza del suo corpo che i gabbiani ammirano gridando. Una signora elegante che ascolta il fascino del nuovo, ma non riesce ad abbandonare le certezze del vecchio, confondendo innovazione con abbandono della tradizione. Ha look da donna di mondo, ma si comporta come una provinciale schiava dell’orgoglio di anni superbi; nobile decaduta che non si rassegna al tempo lanciato verso il futuro.
Tutto resta fuori dell’ampio e lussuoso ambiente: anche le anime di due persone che si affrontano indifferenti allo spettacolo, cercando esiti diversi del loro incontro. Siedono una di fronte all’altro, a una scrivania in legno chiaro: due quadri d’autore, mobili in ciliegio e la poltrona Frau silenziosi e nobili testimoni. Gli occhi verdi e spenti della donna cercano quelli scuri e profondi dell’uomo; il vestito di lei che scivola floscio, quello di lui rigido come un armatura. Le rughe sono solchi sofferti sul viso ancora ricco di femminilità, mentre di fronteha la maschera che conosce bene e non sa mai cosa nasconda.
Leimastica parole ruvide che escono con difficoltà.
- Allora finisce così?
- Ti aspettavi qualcosa di diverso, non sono sorpreso.
Gli occhi posati su quelli di lui, guardano nel buio.
- Voglio che almeno oggi ascolti una donna, non fare tutto da solo.
- Sai che non posso, e domani è già un film diverso.
La guarda indifferente come si fa con una mosca sul cibo; il sigaro cubano nella mano destra libera piccole volute di aroma. Qualcuno bussa alla porta e interrompe il dialogo, già ridotto all’osso.
- Avanti, chi è?
- Scusami Mario, ma ci sarebbe l’Ingegnere che aspetta.
- Se non c’è altro avrei degli affari da sbrigare, come vedi. – un colpo di tosse mette la parola fine alla discussione. - Luigi, accompagnala all’ascensore.
- Non disturbarti faccio da sola, conosco bene la strada.
Mario Perotti congeda così Annika che si dirige alla porta senza voltarsi; archivia la donna come una pratica e si concentra sulla riunione chiave della settimana, il treno non si deve fermare. Non i soliti affari, ma una sfida concepita tre mesi prima, oltre ogni accettabile ambizione.
Rivede il percorso degli ultimi trent’anni: gli studi e i bocconi amari, le partite vinte, i concorrenti battuti o eliminati, i profitti ogni oltre limite e a qualunque costo. Energie devote al potere, risultati e trionfi assaporati in solitudine, nessun margine per una famiglia o dei figli.
- Ricordi com’era questa città vent’anni fa? Vedi com’è oggi? Riservata e legata alle tradizioni, con i ricchi che nascondono i loro tesori e non ostentano il denaro. Memore del passato che ha visto nascere qui le banche, partire i Crociati e crescere lo scopritore dell’America.
- Beh, mi sembra che non tutto sia come prima. E tu ci hai messo del tuo.
- Certo: oggi è multietnica, accoglie le navi da crociera e i loro turisti globalizzati. Si risolleva comunque dalle immancabili alluvioni, che io benedico grazie al “dopo” di appalti e ricostruzione.
- Non ti sei certo fermato a quello, e hai tirato su parecchio grano. Sei sempre stato ‘attivo’ in vari affari.
- Siamo nel duemila, Luigi, mai fermarsi: il futuro, anzi il presente, sta nel digitale e l’Istituto di Tecnologia alle spalle di Bolzaneto ne è la prova. Ma sono rallentati dalla politica e dai costi, io ho le mani libere e il denaro non è un problema
- Hai scelto gente in gamba, anche l’Ingegnere di là mi sembra tosto.
- Parole sacrosante, ma alla fine resti solo tu, l’impegno e il successo sono del tutto tuoi. Sei un uomo che cerca il senso della vita e lo fai come fece Ulisse: abbattendo nemici e vincendo sfide impossibili.
Il collaboratore annuisce in silenzio.
- Pensa invece che lei stava per tirare in ballo anche la maternità, ne sono certo: ci mancava solo la scena melodrammatica. Mia madre dimostra qualcosa, in questo senso, come sai; ora devo pensare solo a Perotti. Anche se questa volta sembra il delirio di un pazzo: posso farcela da solo, ma ho bisogno di tutte le mie energie. Vai adesso e dì a quello di pazientare altri cinque minuti.
- Come credi, io vado avanti con il resto.
Uscito Luigi, Perotti ricorda il colloquio che gli ha cambiato la vita, solo poche settimane prima.
- E’ sicuro di quello che mi dice?
- Al cento per cento, faccio questo lavoro da anni.
- Nessun margine di errore quindi.
Le parole non sono condite da emozione o esitazione. L’uomo d’affari sta solo constatando un’ evidenza.
- Lei è un business-man navigato, di certo prima di un contratto valuta pro e contro.
- Assolutamente, non metto una firma senza aver pesato tutto. Più volte.
- Per me è la stessa cosa; non mi posso affidare all’istinto. Certo l’esperienza ha il suo peso, ma bisogna valutare i grossi numeri.
- Quindi sono ridotto a una cifra da inserire in una casella.
Si tratta di un dialogo freddo, tra professionisti avvezzi a trattare questioni complesse: due uomini esperti di lavoro e di vita.
- Le ho detto tutto, tiri le somme e mi faccia sapere.
- Ho già preso la mia decisione; grazie comunque del suo prezioso lavoro. La mia segretaria si occuperà della sua parcella: è stato un piacere conoscerla.
Stringe con fare virile la mano dell’interlocutore; terminato il colloquio resta solo con i propri demoni.
Da leader assoluto, senza anima e senza dio, concepisce solo la vittoria e il comando: ossessionato dall’idea di perdere ciò che per lui è tutto.