1. Luglio 2020.
Come inizio?
Meglio essere educati.
Ciao!
Non serve ti dica il mio nome: l'hai già letto sulla copertina, tu invece come ti chiami? Magari puoi
scriverlo qui: _________________________
Adesso vieni avanti, il libro è aperto. Entra pure tra queste pagine e accomodati.
Che tu sia in un prato sdraiato su una stuoia condivisa con le formiche, piuttosto che su una sedia a
dondolo davanti a un camino scoppiettante, oppure che tu stia affondando tra i cuscini del tuo divano
avvolto in una coperta calda, o ancora, sul balcone in una sera d'estate con le lucciole che illuminano
le pagine, o forse in spiaggia cullato dalla musica del mare: semplicemente, mettiti a tuo agio.
Che cos’altro ti può servire?
Una gioiosa birretta fresca, piuttosto che un rinfrancante bicchiere di buon vino, oppure una
cioccolata calda che ti abbraccia, un tè all'inglese o alla russa, un caffè americano che ti coccola nel
tempo o italiano che ti rincuora in un momento: insomma, qualsiasi cosa ti procuri benessere.
E adesso puoi conoscermi davvero.
Apri il libro, semplicemente sfoglialo: non devi leggere tutto, andare qua e là è un tuo diritto. [...]


Sinossi La mia ordinaria vita straordinaria., Tamara Fumagalli.
In una chiacchierata, il tempo di un caffè o di una birra, l'autrice parla con il lettore e racconta una manciata di anni della sua vita, senza seguire un ordine cronologico degli eventi, ma lasciandosi trasportare dalla logica consequenzialità dei fatti, che si richiamano gli uni agli altri nella forma di un dialogo tra amici.
Affetta da sclerosi multipla, Tamara narra con toni divertenti e ironici ciò che ha reso straordinaria un'ordinaria vita da disabile. Ben lungi dal compiangere se stessa, l'autrice racconta il percorso di accettazione della patologia e con un inno alla resilienza e alla vita porta il lettore a ridere con lei e di lei.
L’autrice racconta di quando si è trovata prigioniera in un ospedale, il cui primario viene paragonato a un becero Nemico servito dal Gran Ciambellano Dottor Pipì. Ripercorrendo alcuni momenti salienti trascorsi con famiglia ed amici, Tamara scrive di quando per esempio si è capottata con il suo scooter elettrico su una scogliera in Cornovaglia, o di come un'inaspettata escursionista tedesca l'abbia salvata, quando si è incastrata nel fango in un parco poco lontano da casa.
Momenti di ironia si alternano ad attimi di riflessione, che spiegano l'accettazione della patologia e la sua scoperta. Il libro prosegue alternando episodi divertenti, rivelando quanto l'impossibilità di recarsi in un gabinetto da sola rappresenti un peso ben più gravoso rispetto al non poter camminare. Tamara racconta di come abbia scritto alla regina Elisabetta II e ne abbia ricevuto risposta, dei suoi privilegi in quanto disabile, del lavoro che svolge e di quello che avrebbe voluto, trasportando il lettore in un costante dialogo, chiedendogli opinioni e punti di vista.
L'autrice termina il libro parlando di come in realtà la sua vita sia asservita all’assistenzialismo di chi, con amorevole empatia, l'aiuta. Dopo aver svelato ogni aspetto positivo e negativo della propria vita Tamara interpella il lettore per chiedergli, dopo tutte le righe, i paragrafi, le pagine e i capitoli letti, di rispondere a questa domanda: la sua vita è davvero straordinaria, oppure si deve rifugiare nell'illusione della sua straordinarietà per sfuggirne all'ordinaria inettitudine?
E così, come scrittrice e lettore si sono incontrati, al termine del libro si dicono arrivederci.
Scrivere nero su bianco episodi vissuti porta l'autrice a rivivere gli eventi emozionalmente per trovare le parole più idonee a descrivere i sentimenti e le sensazioni che hanno suscitato in lei. Paragrafo dopo paragrafo, ripercorre le innumerevoli ansie, le gioie inaspettate, gli scoramenti inevitabili, gli impeti irrazionali, le crude delusioni, le improvvise esultanze, le soffocanti apprensioni e le tumultuose trepidazioni scovando frasi e vocaboli in grado di descriverli e soprattutto, di renderli comprensibili a una persona diversa da lei, creando empatia.
Dalla prima riga all'ultimo paragrafo, Tamara intraprende un percorso di autoconsapevolezza, catartico. Ciò che emerge da questo pugno di pagine è la forza di volontà e la resilienza necessarie alla vita di ognuno, normodotato o disabile che sia.
