La baldracca di Venezia

Autore : Paola Tassinari
Anno di produzione : 2013
Casa Editrice : Edizioni del girasole
Genere letterario : Narrativa - Gotico
Formato : Cartaceo




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Se ne stava davanti, a bocca aperta, al mosaico rettangolare che raffigurava la sua omonima, quella figura maestosa, ieratica e torbida che aveva il suo stesso nome: Teodora.

Ironia della sorte, aveva un nome così pomposo, mentre lei era così anonima, invisibile nella massa e pure in un piccolo gruppo.  A volte pensava di tingersi i capelli di blu o di verde, di mettersi un grande cappello in stile dame inglesi alle corse dei cavalli di Ascot, per uscire dal mucchio.   

Beh, era ora che la massa smettesse di sbavare dietro ai famosi, ai noti, ai belli, agli urlatori e via dicendo ed usasse un po’di sale in zucca, anche se a volte è molto rassicurante essere anonimi, sperduti in mezzo alla folla.

Teodora scuote la testa e pensa che l’hanno abbindolata da bambina, e da allora è sempre stata molto attenta… erano gli anni ‘60, gli anni dei Beatles e del “peace and love”, la micia aveva partorito tanti micetti che erano bellissimi anche se avevano ancora gli occhi chiusi, ma il babbo disse che occorreva annegarli subito, lei non poteva tenerli, Teodora piangeva sommessamente e chiedeva: ”Perché, perché devono morire?”

Il babbo le rispose che occorreva affogarli intanto che erano piccoli, altrimenti avrebbero sofferto e che lui era buono perché evitava loro il dolore e non era come certuni che li sbattevano sul muro o in terra.

Teodora accettò la risposta, un tempo non si disubbidiva mai ai propri genitori, ma considerava il fatto di uccidere i mici una crudeltà ingiusta, veramente molto ingiusta e per fortuna che ai nostri giorni una tale barbarie viene punita anche penalmente.

Il romanzo ruota attorno a un dubbio: se lo splendido disegno di Klimt esposto al Museo della città di Ravenna (MAR) sia autentico oppure un falso.